Intervista Piumana a dei Piumani

continua da Mi sono innamorato dei Piumani 1/2

“Sì, ma praticamente cosa fate?”
Anche questo non è proprio immediato da comprendere, perché in fondo regole vere e proprie non ce ne sono. Diciamo che in generale, dato un programma di massima, si segue molto ‘il flow’. Le prassi sono un po’ quelle dei rainbow gathering, ovvero niente alcool o droghe, ma tanto amore. Si mangia tutti assieme, in cerchio, celebrando sempre con canti, balli e tanto ascolto. Soprattutto si applicano la CNV (comunicazione non violenta) – in particolare la via del cerchio dei nativi americani – e lo scambio di condivisione orizzontale. Inoltre, chiunque può proporre, nei momenti adeguati, workshop di ogni tipo e genere, per favorire lo scambio di conoscenze.

La parte che io preferisco di più, in assoluto, è il costante accompagnamento affettivo che lega ogni momento, il grande valore dato all’attenzione agli altri, all’affettività: in una parola la “coccoleria”!

Profondità con leggerezza
vuol dire anche una carezza
che rispetti la tristezza
[…]
Un’altra usanza del piumano
è non sedersi troppo lontano
ma pensare: “Sai che faccio?
mi metto vicino e poi l’abbraccio”.
E coi corpi aggrovigliati,
stropicciati e pluribaciati,
non ci si sente mai isolati,
sottovalutati e nè annoiati.

Basti questo: le persone incaricate del risveglio ogni giorno devono essere almeno due, perché mentre una suona e canta il buongiorno, l’altra va di letto in letto ad abbracciare ognuno (si dorme di solito il più possibile tutti assieme). Se non bastasse a rendere l’idea, altre prassi comuni fra i piumani sono il saluto di benvenuto per ogni gruppo che arriva spossato da un viaggio, per scrollarsi di dosso un po’ di postumi di babilonia, che prevede una canzone di accoglienza, stretching di coppia, cinque minuti di ballo sfrenato, abbraccio di gruppo e saluto piumano. O ancora, alle partenze, quando qualcuno lascia il raduno, la doccia di mani piumane e il cerchio di apprezzamenti (sempre dalle pratiche della via del cerchio di Manitonquat), ovvero ognuno dice qualcosa che apprezza dell’altra persona – e quanto è difficile farne, e riceverne, di apprezzamenti.

Non sono da immaginare necessariamente tutti ignudi e promiscui, i figli dei fiori. Alcuni seguono anzi le mode standardizzate e sono molto riservati. La filosofia di vita piumana prova, semplicemente, a guardare alle qualità invece che ai problemi, a sottolineare l’amore e la bellezza (che sono presenti sempre, anche nella sconfitta) a vincere la paura con la fiducia: sono queste le cose che rendono così alieni, blasfemi e particolarmente pericolosi questi tanto denigrati hippie rivoluzionari. Perché nel mondo là fuori tutta questa potenza, l’immensa energia che abbiamo se ci lasciamo ricoprire di luce, se ci teniamo per mano, viene volutamente negata e ridicolizzata. Eppure è qualcosa di così semplice, onesto e immediato, come l’allegria e il gioco per ogni bambino. La più fine cultura e l’educazione ci rendono graziosi bonsai tagliati apposta per questa società, ma se crescessimo secondo natura saremmo immensi alberi di una foresta vergine.

“Si’ ma in pratica…”

in pratica, anche se visto così concretamente assicuro che non rende affatto l’idea, questo era ad esempio il programma di massima di una giornata tipo del Piumanno tenutosi dal 27.12.2017 al 4.01.2018 in parte al Casale dei Giganti, vicino Vasto, in parte all’ecovillaggio Giardino della Gioia, sul Gargano in Puglia [dove si terra’ anche il Piumanno 2020]:
07.00 risveglio cantato
07.30 passeggiata meditativa / yoga
08.30 colazione
09.00 attività
11.00 lavori pratici e tempo libero
13.00 pranzo in cerchio
15.00 attività
17.30 lavori pratici e tempo libero
19.30 cena in cerchio
21.00 serata
23.00 buona notte piumana

Potrei certo aggiungere dettagli e aneddoti della mia esperienza personale, dire ad esempio cosa abbia significato per me non vedere per tutto il capodanno un orologio – senza l’odioso countdown e senza botti (per quanto il clan del fuoco abbia preparato grandi effetti speciali per il falò) – ed essere invece immersi in un continuo rituale di passaggio sotto le stelle tra gioco, ballo, divertimento, ma anche commozione e sacralità. Eppure non credo in alcun modo riuscirebbe a descrivere perché e quanto io mi sia innamorato di questa umanità svergognatamente piumana.
Così tanto coinvolto da poter affermare, con ogni mio gesto, senza timore alcuno ed anzi con un felice moto di piacere che sì, è vero, lo ammetto, anch’io sono un piumano!

“there is freedom waiting for you
on the breezes of the sky
and you ask “what if i fall?”
oh but my darling
what if you fly?”

(Erin Hanson)

by Selva (Michele Galasso) from YanezMagazine

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